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Tra i maggiori protagonisti dell'arte italiana del dopoguerra, Antonio Sanfilippo (1923-1980) è stato uno dei firmatari del pionieristico manifesto di Forma nel 1947. Le sue prime ricerche denotano la capacità di cogliere e ripensare alcune delle esperienze artistiche allora più innovative: dal neocubismo picassiano al concretismo di Alberto Magnelli, fino all'informale di Hans Hartung. Nei primi anni cinquanta Sanfilippo giunge all'elaborazione di quel suo segno particolare, incantato e gioioso, vicino e lontano insieme a quello di Carla Accardi e di Giuseppe Capogrossi, suoi compagni di strada. Tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio del decennio successivo concepisce la sua figura più tipica, costituita da una sorta di nuvola o galassia di segni minuti e coloratissimi, ai quali Sanfilippo affida la sua prima notorietà in campo nazionale e internazionale. Il volume indaga con ampiezza e con sguardo esclusivo il tempo della piena e più colma maturità dell'artista: quegli anni sessanta che lo videro finalmente riconosciuto come una delle personalità principali del movimento astratto italiano. Sono qui raccolte e pubblicate le opere maggiori che Sanfilippo realizzò in quegli anni, conservate presso importanti musei e istituzioni siciliani e in diverse collezioni private, molte delle quali inedite e mai prima d'ora esposte pubblicamente.